sabato 30 luglio 2011

I cuccioli

Pagina 418

Tanto piccoli e indifesi li raccolsi e li portai con me, eppure quel furto, cullato in una cesta di vimini, mi fece pensare ad un gesto d'amore.

venerdì 29 luglio 2011

Sulle sue braccia


Pagina 150

C'erano tutti i segni della sua vita; sulle sue braccia c'era una mappa, chiara, di tutta la sua vita, compresi i tagli-orizzontali- sui polsi che era riuscito a tenere nascosto a tutti fino a che non arrivò l'amore.
" che nessuno si azzardi a dire che l'amore protegge! mai stato così nudo"
da "Il corpo racconta. Racconti di segni indelebili" a cura di Airoldo Fortuna

mercoledì 27 luglio 2011

"Tu canterai"

Pagina 450

Un pomeriggio, come accadeva spesso, ero nella mia stanza al buio. La musica alta per cercare di coprire la mia voce. Quel pomeriggio nel silenzio tra una canzone e l'altra sentii urlare" Brava! Tu canterai!". Non mi è meno antipatico.

martedì 26 luglio 2011

Realtà

Pagina 512

L'errore?
pensare che ce ne sia una sola, magari la propria, e giudicare il mondo -e gli altri- passando attraverso questa.

lunedì 25 luglio 2011

Compensare il dolore

Pagina 528

Con cosa?
Con cosa si compensa il dolore?
qui stiamo parlando del mio dolore e io non lo compenso con nulla.
vivere il dolore profondamente. non posso altro. non posso.
Cullare questo dolore mi aiuta a pensare al futuro, forse, a come sarebbe stato se qualcuno un giorno non mi avesse detto la data, approssimativa, della mia morte.
Aggrapparmi a questo dolore è l'unica cosa che adesso mi tiene in vita.

domenica 24 luglio 2011

Sulla scala


Pagina 140

Ero salito sulla scala per appendere l'ultimo quadro prima di chiamarla e dirle di raggiungermi; non era un quadro qualunque, ok era l'ultimo ma anche il più importante.
Lo avevo commissionato ad un mio caro e stimato amico pittore. Una richiesta semplice basata su un ricordo: il nostro primo incontro.
Sulla tela io e lei eravamo due ombre, così aveva deciso di rappresentare il nostro contatto d'anime.
...Sono passati dieci anni e ti scrivo mentre lei poggia la sua testa sul mio petto come ogni sera.

sabato 23 luglio 2011

venerdì 22 luglio 2011

Pedine

Pagina 480

Una delle sensazioni che tollero meno eppure sono una pedina nelle sue mani, anzi pedine perchè ognuno di noi è più cose e io le ho lasciate tutte nelle su mani.
mi ero affidata e adesso ne sono prigioniera e non sono più in grado di trovare la strada di uscita
da "circoli viziosi" Nunzia Barrai

giovedì 21 luglio 2011

Il nuovo avvocato

Pagina 211

"Non puoi continuare a farti difendere da un incompetente, dobbiamo cercarne un altro"
questa, esattamente questa era la frase più presente nelle sue lettere molto più di quel "ti voglio bene" che speravo di trovare in ogni sua lettera. All'inizio, alla fine, nel mezzo... non c'era quasi mai e se e quando c'era era evidente fosse una formalità.
Il nuovo avvocato!
"Le dirò quanto detto al precedente avvocato"
"mi dica la verità"
"non ho fatto altro dall'inizio"
"ma suo marito..."
"stia tranquillo questa volta cercherò di convincerlo della verità. Gli dirò, con assoluta chiarezza, che sono colpevole"
L'Amore che ha sempre provato per me non gli ha mai dato la forza necessaria per accettare la mia colpevolezza.
da "Racconto di una detenuta" Airoldo Fortuna


mercoledì 20 luglio 2011

Grigio

Pagina 318

Ci sono i colori che sono legati all'attesa al pensiero.
Out-out, decisioni immediate, nette.
Ho scoperto troppo tardi l'esistenza del colore del pensiero: grigio e adesso che i miei capelli si tingono di questo stesso colore ne assaporo il senso profondo dell'attesa attiva verso una vita che non so arresta mai.

martedì 19 luglio 2011

A volte

Pagina 238

pensavo sarebbe proseguito così a lungo senza movimenti, la speranza non mi abbandona mai, è vero, ma sono abituata a gioire -con l'anima- per gli altri. Pensavo sarebbe rimasto tutto tristemente immobile ma a volte la vita decide di sorprendere anche me e così mi hanno detto che saresti arrivata dopo qualche mese, nove per la precisione, e io accarezzo la tua fronte e lui è lì con te.
A volte i sorrisi sono infinitamente duraturi.
Attenderò con ansia il giorno del tuo arrivo. Adesso che ci sei, adesso che c'è vita so di essere viva e non posso raccontarmelo diversamente. Vivrò con te e per te e ti racconterò...
da "Il tuo primo viaggio" N. Barrai

lunedì 18 luglio 2011

Due valige




Sono per terra qui alle mie spalle una valigia rossa, grande e una nera, piccola.
Il libro magico è dentro una di queste, in quella nera per l'esattezza e così non ho la parola per il gioco ma non improvviso nulla, pubblico una lettera che ho scritto qualche giorno fa...

19 luglio 1992 - 19 luglio 2011

Caro Paolo,

dopo tanto parlarci eccomi qui a scriverti.

Ci ho provato tante volte ma non ci sono mai riuscita, oggi l’ennesima prova e qualcosa mi dice che il risultato sarà migliore, perché sento che c’è qualcosa di diverso in me, o forse è solo la lucidità della rabbia che coccola il dolore, a darmi questa forza.

Allora come stai? Come va? Spero che le ferite non facciano più male, e intendo quelle del corpo, perché quelle dell’Anima, bhe, quelle si fa una fatica enorme a contenerle e spero che in quei momenti, durante quel boato, tu e i ragazzi non abbiate avuto modo di avere paura. Spero sia stato così.

Quello è stato un brutto giorno, sì il giorno che ti hanno UCCISO, che vi hanno ucciso. Tornavo dal mare con un caldo assurdo e per le strade si mormorava di un altro attentato.

Abbiamo subito pensato e te e ci siamo affrettati ad entrare in casa per vedere se in tv dicevano qualcosa. Lanciate le borse sul pavimento, mentre ci posizionavamo tutte e quattro davanti allo schermo mamma ha preso il telecomando e papà, con aria triste, si è seduto al solito posto. Speravamo non fosse vero.

Abbiamo visto!

Avevo nove anni quando sei morto e mi lacera sempre tanto il pensiero di aver avuto solo nove anni perché, mi dico, se fossi stata più grande avrei potuto godere a pieno della tua vita, di quella di Giovanni.

Leggo, guardo filmati e il mio dolore è vivo, sempre.

Qui non è cambiato nulla, si continua a morire di Mafia, i magistrati sono sempre più soli, chi sa tace e chi non sa parla (si millantano persino Amicizie con voi, ma chi sa davvero cos’è l’Amicizia non PROSTITUISCE NULLA!). Forse una nuovacosa c’è ed è questa sensazione di appartenenza alla legalità, che è un regalo tutto vostro, che ci fa continuare senza sosta questa lotta alla MAFIA, TUTTA giorno dopo giorno.

Mio padre mi ha sempre detto: «Se il Mondo va avanti è perché i buoni sono sempre di più», e io gli rispondevo: «Sarà, ma i cattivi si organizzano meglio».

Ecco adesso io sento che ci stiamo unendo tutti per questo obiettivo comune. Sento che non si parla di “Sogno di legalità” ma appunto di obiettivo da raggiungere.

Questa storia, la tua storia con quella di Giovanni e dei ragazzi delle scorte è una storia privata, perché ognuno di noi ha perso qualcuno di importante. È una storia privata perché ha toccato le anime, ha toccato la mia Anima irrimediabilmente. Fate intimamente parte della mia vita come tutte le persone che hanno perso la propria vita per mano della sola Mafia, del solo Stato o della collaborazione tra Mafia e Stato. Fate intimamente parte della mia vita come tutte le persone che si battono affinché si faccia luce sulle stragi, come tutte le persone che rischiano la loro vita per cercare questa verità ai quali va il mio grazie e il mio sostegno oggi che non avrò rimpianti, perché godo della loro presenza, perché oggi ho ventotto anni e posso urlare, senza intermediari, che la Mafia è una montagna di merda!

In quell’abbraccio che solo ai corpi non è stato concesso

E con la stima infinita che sai

Grazie, Paolo, SEMPRE.


Assegnatemi pure l'etichetta della Legalità e della lotta alla mafia, questa non mi incasella, mi fa respirare!

"le vostre idee continueranno a camminare sulle nostre gambe"

sabato 16 luglio 2011

Così siamo disposti a cancellare il presente

Pagina 372

"Così cancelliamo tutto, perché se cancelliamo questo presente, cancelliamo pure il passato e il futuro perché è tutto collegato; se c'è questo presente è perché c'è stato quel passato e se ci sarà un futuro è perché c'è questo presente.
Tu puoi prenderti la responsabilità di tutto, puoi decidere su tutto. Io non posso, io non posso cancellare nulla.
Così, così siamo disposti a cancellare il presente senza provare a prenderci per mano e a guardare in quella direzione, insieme? Siamo disposti ad esporci così tanto, pur di non ammettere di aver sbagliato?"
"da Direzioni diverse Nunzia Barrai"







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Utòpia





"...ma se devo chiederle aiuto devo esserne preoccupata?
ho sempre provato a cavarmela da solo ma adesso, adesso non ci sto capendo più un cazzo, non che prima andasse meglio ma ne avevo l'illusione e me la facevo bastare.
Forse basterebbe avere un cervello femminile, non per perdersi nei suoi meandri ma per riuscire a seguire quelle curve, provare a capirci qualcosa. Vede? Per chiederle aiuto c'ho provato ad utilizzare quel cervello. Il risultato? non c'ho capito nulla di quello che sto scrivendo. Forse non sono bravo ad usarlo, forse non è poi così tanto semplice.
AIUTO!
Il mio cervello è l'unico che posso provare a far funzionare."

"Differenze uguali" di Airoldo Fortuna

venerdì 15 luglio 2011

Prematuramente


Pagina 430

Prematura è una nascita quando la vita è pronta prima che tutti possano aspettarselo e la si vede con preoccupazione ma a volte è solo un respiro, un urlo.
Della morte spesso lo si dice quando raccoglie un corpo a noi caro.
Prematuramente sei andata via e lo sarebbe stato qualsiasi momento.
In qualsiasi momento saresti andata via sarebbe stato prematuro. Non c'è il momento giusto per soffrire, vero quanto vero è che non c'è il momento giusto per andar via.
Tu non avevi il momento giusto. Tu non dovevi andar via, semplice.
Avevo bisogno di un preavviso maggiore o forse quello era il massimo che potevi fare e che tante volte mi sono raccontata che quel preavviso poteva cullare l'Anima in modo diverso, magari preparando il terreno a quell'ASSENZA, alla tua assenza.
Non avevo preparato nulla, un saluto speciale, una carezza, un sorriso; un sorriso tutto per te, un nostro incontro, noi insomma non abbiamo avuto modo di dirci addio.
Ho sempre sostenuto che ogni dolore necessita rispetto, e continuo a pensarlo con forza, ma questo ha un sapore che non conoscevo e se lo immaginavo mi faceva andar via il respiro e sono stata in apnea per mesi.
Urla mute: le conosco, ne conosco le sensazioni.
Ovunque, sei ovunque ma non sei qui, non c'è il tuo corpo, la tua carne. Il tuo calore, mi mancano le tue mani e il tuo calore. Un abbraccio. Un nostro abbraccio.
Un dolore non si racconta. un dolore si vive e bisogna trovargli il giusto spazio perché non si supera.
Prematuramente, sei andata via prematuramente. Ho dovuto dirti addio, prematuramente. Hai smesso di vivere, prematuramente. Sei morta prematuramente.
PREMATURAMENTE!
P R E M A T U R A M E N T E.

foto di Paolo Rizzari





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giovedì 14 luglio 2011

"Calma, calma"


Pagina 66

"Calma, calma"
"ma come?"
"stia seduta qui, non abbia fretta"
"non posso"
"come non può?"
"semplice: non posso"
"è facile basta mettere le natiche sulla sedia"
"cosa?"
"se poi le piace incrociare le gambe lo faccia pure"
"io devo andare"
"ma non c'è fretta"
"certo che c'è fretta!"
"ma lei tanto arriva lì, dice la sua"
"dico la mia, le sembra poco?"
"dice la sua e magari non l'ascolta nessuno. quindi"
"quindi?"
"quindi se non l'ascolta nessuno rimanga qui almeno si assicura due orecchie: le mie"
"voglio rischiare"
"quanti anni ha?"
"ventisette"
"ventisette"
"e lei?"
"io? quarantacinque"
"ecco, dovevo immaginarlo"
"immaginare cosa?"
"che fa parte di quella generazione che ha messo freni a tutto e tutti"
"ma noi"
"ma voi cosa?"
"noi"
"voi adesso state a guardare, ancora una volta, ma lasciate fare!"








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mercoledì 13 luglio 2011

Del rumore

Pagina 482

Del rumore, vi prego!
Di solito si cerca il silenzio e a volte, spesso, si fa fatica a trovarlo ma appunto, è una ricerca; questa è un'imposizione dettata dal dolore di una città, questa, che nel silenzio fa proseguire la finzione della normalità.
Del rumore fisico, vi prego!
Perché se avete ascoltato bene ci sono dei silenzi assordanti, ecco questo ne è un esempio. Invadente come pochi e fastidioso come quegli strani rumori che colpiscono il pulsantino dell'emicrania.
Del rumore...
Un auto, lenta, nella piccola strada interna vicina ai giardini.
Che tristezza!







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martedì 12 luglio 2011

Perché ne dovremmo parlare?




Pagina 62

"Mi da appuntamento nella sua casa di campagna, faccio fatica a trovarla perché è immersa nel verde e la casa, la vedi solo dopo molti metri alberati. Mi attende davanti al grande portone, in camicia e pantalone, scarpe in tela e le mani in tasca. Qualsiasi suolo calpesta è un palcoscenico. Ci accomodiamo all'aperto nella parte interna e, accompagnati da acqua e limone, partiamo per la nostra chiacchierata.
Come arriva la scelta di fare l'attore nella sua vita?
Molti miei colleghi dicono per caso, altri da piccoli, io dico la verità: egocentrismo puro.
Salire sul palcoscenico mi ha sempre consegnato l'illusione dell'invincibilità.
E poi?
E poi una volta sceso si ridimensiona il tutto fosse solo perché ti chiamano con il tuo nome.
Allora dobbiamo ringraziare il suo "egocentrismo" se continua a recitare?
No, o meglio non esclusivamente, perché, con il tempo, è nata la voglia incontenibile di comunicare non solo una storia ma me stesso.
Lei attraverso i personaggi?
A volte attraverso, a volte dietro, a volte a viso aperto. Guardi il tutto è stato possibile grazie ad una sempre maggiore consapevolezza.
Come prepara un personaggio?
Perché ne dovremmo parlare?
Perché...
Credo che tutti quelli che rispondono, davvero, a questa domanda, mentono spudoratamente
Cioè?
Quando ci intervistate dopo uno spettacolo o dopo un film o come lei sta facendo adesso con me questa è la domanda classica e la risposta se c'è o è vaga o è finta. Nessuno le dirà da dove ha preso quell'emozione.
Noi mettiamo maschere, mica le togliamo.
E allora le faccio un'altra domanda classica: teatro o cinema?
Perché scegliere e perché scegliere rispondendo ad una domanda che porta con sé l'etichetta della qualità del prodotto finale e dell'emozione.
Da sempre si fa cinema ottimo e teatro scadente e viceversa.
..."
" da Airoldo Fortuna Incontra..."








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lunedì 11 luglio 2011

Sono solo


Pagina 476

"Sono solo e non mi va di parlare con nessuno quindi allontanatevi perché io con voi non ci parlo. E allora? Dico, avete sentito? Non voglio parlare. Ho già detto tutto alla polizia e non ho intenzione di ripeterlo ancora una volta.
Sono solo, sono solo, sono solo."
Si dondolava su una sedia dopo aver lanciato qualsiasi cosa per aria; la stanza era una stanza da letto ma non la si riconosceva più esattamente come il suo corpo pieno di ferite.
Ada cercò di accarezzarlo ma impaurito si allontanò e continuò a ripetere instancabilmente
"solo, sono solo"
Quando arrivò il mattino la luce del sole lo fece svegliare, aprì lentamente gli occhi e quel caos gli fece ricordare che non era stato un incubo.
"Quando ti sveglierai anche tu" fermandosi in piedi a guardare il letto pieno di sangue, con voce rauca ma sottile "faremo una lunga passeggiata, adesso non posso perché sono solo, ma attendo che arrivi. Attendo che arrivi".
da "Storia di un incubo reale" Airoldo Fortuna








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domenica 10 luglio 2011

e mi accarezzò


Pagina 38

E dopo tanto parlare restai in silenzio, ero imbarazzato, non avevo altro da aggiungere perché avevo detto tutto. Tutto.
Avevo raccontato, tutto, con la consapevolezza che ci sarebbe stata una reazione.
Sì, una reazione, ma quale?
Avevo deciso di spogliarmi, donando tutto quello che avevo, per cercare di farle capire cosa ero, cosa ero diventato.
Eravamo seduti uno di fronte all'altro e nel mio silenzio si alzò e mi accarezzò.
Andò via, questa la sua reazione, andò via.
Io, che quel giorno sapevo di rischiare, fui costretto ad accettare.
Accettai con dignità e con forza quell'addio, quel rifiuto, perché le avevo dato l'unica cosa cara che possedevo: il mio dolore.






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sabato 9 luglio 2011

La infelicità di uno scapolo?


Pagina 124

E perché, poi? Certo che ormai i giornali titolano qualsiasi cosa. Settimanale "Tu prima di tutto", rubrica "Semplicità emotiva vs donne" tenuta da Airoldo Fortuna. Un mito per gli uomini, odiato dalle donne nella classica divisione della divergenza dei due pensieri e dei due stili di vita. Insomma il più banale dei clichè è presente nella famosissima rubrica che tiene in piedi l'intero giornale.
Ma io, questa volta, una cosa di questo Fortuna la condivido:
"Se amare l'altro significasse sempre Amare, profondamente, se stessi il singolo avrebbe sempre la peggio; peccato che così è solo molto raramente"
Basterebbe apprezzare un po' di più la solitudine per imparare ad amarsi, prima di amare, evitando così di colmare vuoti personali con la presenza dell'altro.
Vero è, anche, che se si persevera nella "singletudine" si rischia di perdere di vista l'Amore personale nascosto dietro la paura del "darsi" e del "lasciarsi andare".

p.s. è mia la paternità del punto interrogativo, non di Franz Kafka.
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venerdì 8 luglio 2011

Un vecchio foglio


Pagina 221

Era ripiegato più volte su se stesso e questo mi fece subito pensare ad una coccola protettiva, era nel cassetto delle mie cose più care.
Lo presi tra le mani e avevo timore a scoprirne il contenuto, timore di essere rilanciata verso qualche ricordo. E se poi sto male? Era una giornata piena di sole e lo era anche per me ma quando decidi di riordinare quel cassetto devi correre dei rischi e forse l'errore era stato proprio quello di farlo in una giornata di sole.
Lo stringevo tra le mani poi decisi di aprirlo.
Era un vecchio foglio: un po' ingiallito, con righe violacee, strappato con poca precisione (sarà un flusso, allora!)
Aperto!
C'erano solo due righe:
"ricordati di innaffiare le piante
e vai in tintoria per il mio abito nero.
Mamma"
Ecco il prezzo che paga un distratto, disordinato incallito.
da "Ricordi distratti" Raccolta a cura di N. Barrai


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giovedì 7 luglio 2011

Una pagina

Due ore di sonno, diciotto ore sveglia perché quando l'adrenalina è in circolo, quando la passione fa respirare l'Anima, tutto è alimentato con forza assoluta.

Alla mia passione e alla possibilità che tutti nella vita possano averne almeno una.

Luna


Pagina 42

E tutti dicono di te che sei inaffidabile, bugiarda, solo perché sei in grado di cambiare sempre, mantenendo la coerenza nell'essenza e nella sostanza.
Coraggiosa. Hai il coraggio di cambiare con assoluta disinvoltura perché sei e sei potente: meravigliosa.
Quando sei nuova sei uno scrigno immenso, raccogli al tuo interno il tuo bagliore che pur riscalda il mio animo perchè tu ci sei. Sì, ci sei comunque.
Le mie membra accarezzano acqua salata per venirti incontro nella notte luminosa.
Vengo verso di te, sfiorando la più infinita linea dell'orizzonte, per essere baciata dalla tua magia, Luna.


e Luna è anche il cognome di Riccardo che ha dato luce a Wired Italia: GRAZIE DI TUTTO.




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mercoledì 6 luglio 2011

Il nostro popolo

Pagina 522

Il nostro popolo smuove in me inevitabili sensazioni di piacevole appartenenza.
Penso all'Italia e il mio sguardo non può ignorare l'attuale condizione nella quale versa il nostro Paese e con essa il suo popolo (NOI!)
Mi commuove l'attivismo politico di quest'ultimo periodo e credo sia l'unica cosa positiva che ci ha regalato questa mediocre, se non pessima, classe politica, tutta.
Penso alle manifestazioni in piazza (ultima quella contro l'AGICOM), alla mobilitazione per il Referendum -ancora una volta Internet a ragione è stato il canale migliore dimostrando, se ce ne fosse stato bisogno, che la candidatura al Nobel per la Pace, proposto dal direttore di Wired Italia, Riccardo Luna, era più che meritata- all'occupazione del Teatro Valle a Roma e sempre la capitale ospita l'occupazione dell'Ex Cinema Palazzo ora Sala Vittorio Arrigoni.
Sento questa appartenenza, sento di appartenere ad un popolo che non ha rappresentanti. Il nostro Paese, il nostro popolo: NOI!
Una grande nazione, un grande popolo, come aggiungeva il nostro Elio Germano, "nonostante la nostra classe dirigente".


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martedì 5 luglio 2011

Il prossimo villaggio

Pagina 234

Ho osservato ogni singola parte di questo posto, ho osservato i volti, le movenze e cercato di capire le abitudini. Quando ho scoperto il lato scuro, tutto quello che fino a quel momento mi era piaciuto, ha iniziato a farmi schifo.

Aspettando il prossimo villaggio.





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un addio


Pagina 00

Gli adii sono sempre molto difficili. Per me gli adii sono quasi impossibili, per natura!

Il battito del mio cuore calmava il tuo pianto e il tuo volto, appoggiato sul mio seno, ti rassicurava. Gli abbracci forti, intensi e consapevoli. I tuoi baci miracolosi, le tue carezze, la tua voce!
L'arricciare il naso... eri il mio specchio, ma è un segreto solo nostro.

Porta questo tuo sorriso sempre con te, sempre.
Io ti guarderò da lontano e ti porterò ovunque sarò in grado di arrivare.
La fiamma dell'amore non si spegne mai e tu ardi, incondizionatamente ardi!
Ti amo, piccola F!


lunedì 4 luglio 2011

Il prossimo

Pagina 428

Io potrei starmene qui immobile, chi mi intima il movimento? Del resto gli errori li paga l'anima, la tua, e nessun altro. La mia, li paga la mia anima perché sto parlando di me.
Non voglio che accada altro, ho solo bisogno di vedere fuori.
Dovrò alzarmi, aprire la tenda e poi la finestra stando attenta alla luce.
Gli occhi, pigri, si abituano subito al buio e poi, quando dopo un po' si ripassa alla luce, è estremamente doloroso.
Li tengo coperti con le mani e apro le dita come durante una scena sospetta, in un film dell'orrore.
Ed era tale la mia vita, al buio.
Avevo dimenticato di aver scelto la mia casa in montagna, vicino ad un ruscello.
Che colori! Colori. Ancora una volta i colori.
Quando arriverà il prossimo giorno?
Vi prego facciamo in modo che non si debba passare dalla notte.




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domenica 3 luglio 2011

Giravano lentamente


Pagina 76

Giravano lentamente e non le sentivo arrivare. Inutile intimare loro di aumentare la velocità, al massimo si fermavano, mi guardavano con occhi minacciosi e proseguivano, lentamente.
da "Il tempo e il suo andamento" N. Barrai











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sabato 2 luglio 2011

Difficoltà

Pagina 112

"...che poi non ho detto nulla" disse pulendo il tavolo dalle briciole "ha sempre la mania di essere al centro dell'attenzione" e Giada ancora seduta rispose "e chi non lo vorrebbe" replicò "io per esempio!" e lei aggiunse "ma se hai messo su questa polemica per parlare di te" guardò l'orologio "per dieci minuti, perché adesso la smetti. vero?" Gettando rumorosamente il raccolto nel lavandino in acciaio schiarì la voce. Giada si aspettava da un momento all'altro la solita furia e invece quella volta se ne restò in silenzio.
"hai finito?" aggiunse cercando di dar voce a quel momento di silenziosa inquietudine. "e io sarei alla ricerca di attenzioni" voce grave e bassa, quasi sussurrata. Ancora di spalle e con il volto rivolto alla finestra aggiunse "sono in seria difficoltà, Giada. Tu che muori se non calpesti un palcoscenico parli a me, che ti seguo silenziosamente e dietro le quinte da anni, di egocentrismo. Forse è arrivato il mio momento, non ci avevo pensato" "il tuo momento per far cosa?".
Andò nella stanza a passo lento, aprì l'armadio e tirò fuori la sua giacca rossa, sì esattamente la stessa che aveva usato quella sera di maggio quando era lui a calpestare le travi, salì sul letto tenendo in mano il pettine rubato al comodino e iniziò a cantare a squarciagola. Giada restò ferma, immobile a guardarlo.
5 mesi dopo erano su quel palco insieme!





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venerdì 1 luglio 2011

Di notte


Pagina 396

Credo sia il mio momento migliore. No, no è il mio momento migliore. Il mio mondo e io mi sento a mio agio. Cosa? Dici che è normale? No che non lo è!
Molti hanno un mondo. Tutti hanno un mondo; è lo spazio che la loro Anima occupa, vegliato dai pensieri che essa produce e cullata dalle emozioni provate ma molti in questo spazio non sono a proprio agio ed è comprensibile: troppo poco tempo dedicato.
Io ho trovato una dimensione fisica: di notte. Di notte ci sono, penso e sono a mio agio.
Scusa ma il buio notoriamente copre.
Taci, sposti pesi sulla bilancia.
Il tuo non è altro che un finto equilibrio.
Ho costruito il mondo che risponde alle mie menzogne.
(Da Bugie all'Anima, N. Barrai)




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