mercoledì 21 marzo 2012

Tempo dedicato

Avremmo bisogno di un tempo dedicato; dedicato a noi, alla cura di noi stessi attraverso noi. Le nostre energie, la nostra essenza, i nostri colori: quelli che ci caratterizzano per tinte uniformi e forti e quelli che ci rendono unici con le sfumature che sono solo nostre. L'anima, appunto.
Siamo continuamente in affanno
affannosamente impegnati
affannosamente alla ricerca
affannosamente arrabbiati
affannosamente insoddisfatti
affannosamente preoccupati
affannosamente
a f f a n n o s a m e n t e
Pensavo alla bonaccia. Scoprivo, nel continuo confronto con gli altri, che la calma, l'essere in qualche modo fermi, è spesso associata alla "morte". Siamo intimiditi nell'essere fermi.
Spesso la nostra Vita è riempita, dovrebbe essere piena.
Uno spazio dedicato, appunto, che dovremmo imparare a costruirci senza averne paura.
Uno spazio dove coccolare anche il nostro dolore.
Necessità di un tempo dedicato.




dipinto di

Duy Huynh

martedì 6 marzo 2012

Anche i vermiciattoli hanno un Dio

Anche i vermiciattoli hanno un Dio e io ne ho le prove.
è una strana storia iniziata in un fresco pomeriggio d'inverno. Mentre ero di ritorno dalla mia 
solita passeggiata, con il cielo oscuro che rende i giorni davvero piccoli, ho notato una luce 


accesa in un sottoscala e colpita dal fumo che ne veniva fuori ho cercato e trovato l'ingresso; è così che ho raccolto le prove.

Di spalle, ad una strana scrivania bianca e acciaio, c'era un omino vestito di bianco con la testa curva su qualcosa che sembrava molto piccolo e delicato. 

Sono diventata della stessa dimensione di quei vermiciattoli, ho anch'io i miei poteri, e mi sono messa lì, esattamente lì dietro la terza ampolla sulla sinistra e ho guardato l'omino fare cose davvero divertenti. 

Dava vita a dei vermiciattoli colorati. Quanti colori! Verde, viola, lilla, blue. Ho iniziato a sentirmi a mio agio e ho deciso che quello sarebbe stato un buon posto per me, per il mio tempo dedicato e così, dopo quel pomeriggio, sono andata in quel luogo magico a chiacchierare con quei piccoli vermetti. I primi vermetti che ho conosciuto sono stati Lilì una vermetta davvero simpatica e Verì, la sua migliore amica, una tipa davvero divertente e poi due maschietti davvero esuberanti Lilù e Verò. Mi hanno accolta nella loro comunità con affetto, estremo affetto. Era una comunità che cresceva esponenzialmente ogni giorno ed era divertente: non sei mai sola, conosci sempre nuova gente e sei sempre piena di novità. Io però avevo i miei quattro amici e con loro erano risate, corse... tanti giochi, tanti davvero e un divertimento puro. raro, no? raro soprattutto per il mondo degli umani nel quale ero costretta a vivere fuori dalla mia magia! un giorno però, dopo uno strano suono, i miei amichetti si sono bloccati, sono tornati nelle loro case e hanno atteso l'arrivo dell' omino vestito di bianco e ho capito che era il loro Dio perché ha deciso della vita di ognuno di loro. 

Messi in fila consegnava loro delle piccole pergamene che contenevano le indicazioni per il futuro. Erano momenti molto delicati e pieni di tensione. Alcuni sono morti, altri hanno potuto proseguire con le loro vite e le loro passioni. 

Con mio enorme stupore i miei amici si sono salvati tutti e Lui, l'omino vestito di bianco, andando via mi ha salutata e mi ha ricordato sottovoce che "nulla accade per caso". 

Come aveva fatto a vedermi? Ah, vero! è il Dio dei vermiciattoli!


Bottiglia in ammollo

Per togliere bene un'etichetta, senza che si rovini la bottiglia, è consigliabile immergere la stessa in una quantità d'acqua calda sufficiente a coprirla fino a far sciogliere la colla. Vedrete che l'etichetta verrà via veloce senza lasciare traccia.

Non siamo bottiglie
Purtroppo, non siamo bottiglie e anche se ci immergiamo in una vasca con acqua calda le etichette non vengono via.
Strati di pelle che ci proteggono.
Non andrebbe fatto spesso, il bagno caldo, saremmo privi di protezione.

Ieri ero con una piccola "bottiglia" di vetro, acqua tiepida e tanta pazienza.

Una storia (di seguito)
Le storie delle lettere monelle (all'interno del primo commento)

Una storia:
Una partita fantastica
C'era una volta un bambino di nome Luca che amava giocare a calcio con i suoi amichetti. Bobo era il suo miglior amico e anche il miglior centro avanti che si potesse desiderare in una squadra.
Luca e Bobo, passeggiando per le strade del paese, si trovarono all'improvviso nel bel mezzo di una bufera di vento e neve. Non erano spaventati, non avevano paura ma ridevano, ah quanto ridevano. Luca smise di ridere solo perché la sua piccola faccia, arrossata dal freddo, fu coperta da un coloratissimo volantino. Bobo per liberare il suo amico lo prese e, nascostisi all'interno di un vecchio portone, iniziarono a leggerlo. Era l'invito ad una partita fantastica per un torneo stellare! Attesero che il vento si calmasse e, rientrati a casa, riuscirono a convincere i loro genitori.
Partirono di notte accompagnati dal papà di Romolo, il portiere della squadra, che aveva una macchina tanto grande da contenere tutti. Una volta arrivati vicino alla nave rimasero imbambolati: la nave era gigante. Il suo nome? Bodo Dobo Dò. "Che nome buffo" pensarono. Salutarono il Signor Girolamo dopo aver ascoltato le raccomandazioni circa il buon comportamento e la lealtà sportiva da osservare sempre e salirono in fretta sulla nave. Appena si chiusero le porte si accorsero di essere entrati su una nave magica...
Luca, Bobo, Romolo, Gianni e Agostino non credevano ai loro occhi ma la nave stava volando. Erano sempre più vicini al cielo. Dopo essersi fatti accarezzare dal vento, sentirono un piccolo rumore: la nave si era fermata. Si era fermata vicino ad una nuvola gigante, si accesero le stelle e avanti a loro c'era un campo da calcio enorme. L'altoparlante ricordò a tutti i piccoli calciatori di iniziare il riscaldamento e di decidere il capitano e il nome della squadra. I nostri pulcini decisero che il loro capitano sarebbe stato Bobo e il nome... questo era un grande problema ma dopo un po' di discussioni e di pensieri,m la maggioranza decise per "stella a puà" anche se al piccolo Romolo continuava a piacere il nome che aveva proposto lui "five Dò" perché gli sembrava avesse più carattere.
Ebbe inizio il torneo. C'erano otto squadre e i nostri della "stella a puà" iniziarono ad avere un po' d'ansia.
Vinsero tutte le partite fino a giungere in  finale contro i "mari blù" con stani cappelli blue e completini bianchi.
La partita fu molto eccitante, azioni bellissime e tanti, tantissimi goal. Il risultato finale? 10 a 9 per i nostri piccoli che erano felicissimi e la loro gioia divenne incontenibile quando si resero conto che sugli spalti, fatti di neve, c'erano tutti i loro genitori ad acclamare i vincitori del torneo.
Dopo tanti festeggiamenti, con le stelle complici e le nuvole a danzare, entrarono stanchi sulla nave e volando tornarono a casa.
"Sveglia Luca! è ora di andare a scuola" disse la signora Loredana
"ma siamo appena tornati" rispose il piccolo Luca stremato
"tornati? e da dove?" aggiunse la mamma
"da una partita fantastica" rispose tra tanti sbadigli il piccolo Luca che prima di iniziare la colazione decise di terminare il suo meraviglioso sogno.

Pazienza e amore sono l'acqua calda per le nostre piccole bottiglie di vetro.