martedì 18 marzo 2014

Farfalla bianca

E' passato molto tempo e solo oggi decido di regalare a molti questa che è una storia che mi è molto cara.
Lo faccio in linea con le energie positive che abbiamo il dovere di far circolare. 
Incontrai Leda al Cottolengo durante la mia vacanza premio dopo gli esami di maturità. Fu un viaggio duro, difficile ma pieno e carico di emozioni. L'ho condiviso con la mia Amica di sempre, Francesca. 
Leda era una donna anziana, aveva dei problemi cognitivi legati alla sua vecchiaia e all'abbandono. Nei suoi momenti di lucidità mi canticchiava "Gelida manina" e muoveva le sue mani esattamente come faceva quando le posava sul suo pianoforte. Ogni mattina, quando a Torino c'era il sole, eravamo in giardino ed io passeggiavo con lei, che mi teneva la mano, e giravamo tra le piante fiorite. 
Una mattina, quella mattina, si soffermò a lungo accanto ad una di queste. Era molto alta, aveva fiori bianchi e mentre la guardava con silenzio passò accanto ai nostri volti una farfalla bianca. Mi guardò con i suoi occhi color cielo, mi guardò dentro e poi mi disse: "ricorda, le farfalle bianche sono le anime delle persone care che ormai sono morte, quando le incontri è perché sono venute a salutarti, a farti una carezza. Sono venute a ricordarti che ci sono".
 Asciugò le mie lacrime, mi riprese la mano e andammo verso la porta del suo reparto canticchiando insieme "gelida manina".
Le dissi "grazie" e continuo a dirglielo ogni volta che la incontro in una farfalla bianca.