venerdì 17 maggio 2013

Nessuna preghiera

Pagina 172

"Nessuna preghiera signore, la prego nessuna preghiera. Vorrei poter non più celebrare preghiere guardando il cielo, vorrei poterle celebrare guardandola  negli occhi e se non sarà abbastanza questo che i miei occhi parlino tenendo a bada la mia bocca. Tenga a bada la mia bocca con la sua, signore e riconoscerà il mio respiro. Riesce a sentirlo? Sono passati giorni interminabili dall'ultima preghiera e a lei non è rimasto nulla? Ho continuato a ripeterla tutto il giorno sperando che lei mi ascoltasse. E' un gioco che faccio da quando ero bambina: dico cose di lontano sperando che arrivino all'anima alla quale sono destinate. Funziona signore? Sono arrivate alla sua anima le mie preghiere? Credo che se lei è venuto qui, oggi è perché ha sentito la mia preghiera. Parli, la prego, non mi lasci in questo silenzio."
Mentre lei continuava a parlare lui continuava a scrivere. Andando via le consegnò questa lettera:
"Cara Matilda,
        ogni giorno ho ascoltato le sue parole, non sono preghiere, non sono uno che ha bisogno di preghiere e le sue parole, proprio come è accaduto oggi, arrivano così violentemente alla mia anima che non riesco a contenerle. Un uomo non può far vedere i suoi occhi pieni di lacrime ed è solo questo il motivo che mi ha portato a lasciarle questa mia e ad andar via. Ho dovuto tacere perché le mie parole avrebbero aperto a lei la mia parte più debole e come può una Donna come lei accettare di me questa debolezza? La prego di comprendere. La prego di aspettare. Adesso è solo questo che posso offrirle, l'orecchio attento della mia anima."
Iniziò a leggerla quando lui aveva già attraversato tutto il viale alberato. Aveva preferito guardarlo dalla finestra mentre di spalle andava via. L'ultima cosa che osservò fu la sua ombra e ne memorizzò per sempre la forma sapendo che non l'avrebbe rivista mai più. Nelle foto, quelle che lei possedeva di lui, la sua ombra non c'era e si convinse che quella fosse la forma della sua anima.