giovedì 29 dicembre 2011

Ripudio nettamente

Pagina 426

Ripudio ogni cosa che vi circonda ed ogni singola parte di voi; la ripudio nettamente.
Ripudio il vostro sguardo e le vostre mani; cercano ancora di toccarmi e io mi allontano.
Sembrano mancare gli spazi e sembrano mancare protezioni alle ferite che continuo a procurarmi sfregando contro il muro che segna la fine del mio spazio
Non voglio arrendermi eppure le mie spalle sanguinano.
Ripudio ogni cosa sia morte
e la morte dell'Anima è l'unica cosa che salverò anche dopo la fine della mia stessa vita perchè Essa è immortale.

lunedì 12 dicembre 2011

Anteprima
























Ne percepisco il fumo,
ma faccio fatica a tracciare i contorni dei cubetti colorati che dipingono la mia Anima
Ci sono moltissime tinte forti ma non riesco a tracciarne i confini
Delimitare per comprendere meglio
Sembra una cosa impossibile
Mi sento avvolto da tanto fumo
Emozioni sprigionate e non restituite,
lanciate e utilizzate per il buon rendimento e non per il tuo bene
Ogni emozione è la nostra alleata, ha detto
Nostra
Dello spettacolo
Nostra, non mia
è la mia emozione, cazzo, e io vivo non sopravvivo
Sto vivendo questo malessere
E mi chiedo perché
Perché?
Perché mi accade questo?
Perché esattamente questo?
Perché esattamente questo esattamente in questo momento?
Cosa posso?
Io non sono un maestro, mi dice, se lo fossi ti direi: "quella è la strada" ma purtroppo non ce l'ho
Ha aggiunto con voce grave una frase che ho compreso a fondo: "sono debole nei tuoi confronti perché ti difendi"
Ho fatto cadere tutto
Rigurgito dell'anima
Indigestione
causata da
restituzione inesistente
La catarsi è letteralmente purificazione, emotivamente liberazione ma una volta sprigionati quei sentimenti che concretizzano pezzi di carne sanguinante,
cosa accade ad essi e a me?
Sì mi hanno liberato ma
come si ricompongono?
La mia vita non è sulle travi
Sulle travi utilizzo me e tu utilizzi la mia vita perché ci sia autenticità, perché si possa mostrare un'autenticità che non esiste, un'autenticità che io non posseggo e che nel non possedere vivo con dolore e quel dolore mostra a tutti che sono autentico.
E io?
dico, a me chi ci pensa?
I pezzi sono fuori da me, mi sento leggero adesso e scrivo, se ne sono capace e in modo disordinatissimo- se ne sono capace- le istruzioni ma
chi me le mette in ordine?
Il lavoro dell'attore su se stesso
Partendo da se stesso
Partendo dalle sue emozioni ma
una volta che l'emozione viene fuori va coccolata con cura e non "semplicemente" utilizzata a favore dello spettacolo che si sta costruendo
L'amore per la persona, la curiosità per il personaggio
Questo è e mai il contrario di questo.
"Stream of Consciousness- l'attore come persona" di Airoldo Fortuna

giovedì 8 dicembre 2011

Malinconia


è una coperta in lana sottile, che ti avvolge mentre sei seduta sulla terra umida, accolta da fili di erba secca. Hai le ginocchia al petto e quanto ti stanchi di guardar le stelle la bocca affonda tra le ginocchia in un candido dondolio. Qualche lacrimache arriva su quel sorriso a bagnare il volto . Con una mano tieni i lembi della coperta per non restar nuda sotto la luce, attenta, della Luna e con l'altra accarezzi il tuo volto, a portar via acqua salata.


dipinto del Maestro Ivan D'Antonio

sabato 3 dicembre 2011

L'approvazione è l'arma migliore


Pagina 438

L'arma!
Proprio io che di guerre non c'ho mai capito nulla, proprio io che la storia non la riuscivo a studiare, a scuola, perché non comprendevo alleanze varie, io ero chiamato a parlare di armi.
Vero, mi chiedevamo di parlare delle armi che ognuno di noi possiede perché, per chi non lo sapesse, chi inventa i nomi dei corsi da tenere nelle scuole viene scelto secondo una serissima selezione e ottiene la parte solo chi ad una particolare voce ottiene il massimo: "cretino che spara cose a cazzo facendole passare per sensate".
In realtà questa è una cosa molto comune in comunicazione ed ha anche un nome specifico che adesso mi sfugge, insomma sono gli stessi che sparano a caso dati e statistiche su studi mai fatti e menzionano luoghi (di solito in America perché lì hanno i soldi per fare ricerca e per fare ricerca a cazzo) come a sottolineare la conoscenza di quei posti che, nonostante il nuovo millennio, appaiono comunque lontani e per questo acquistano attendibilità e validità scientifica.
Insomma il titolo del corso era: Le armi che possediamo, o pensiamo di possedere, per vivere nella società moderna colma di social network.
Ditemi voi, ci capite qualcosa?
Io devo rivolgermi agli adolescenti.
Il mio intervento, nello specifico, era appunto: "L'approvazione è l'arma migliore"
Che cosa dico?
No, dico; cosa dico loro?
Cosa?
Ero chiamato lì come esperto.
Io.
Mha!
Iniziai a studiare, a cercare per provare a capire COSA volesse chiedere il Cretino.
Non ci crederete mai ma io decisi di parlare a quei ragazzi e...
Io: "Sono stato chiamato dal Cretino come esperto ed eccomi qui a parlavi circa - abbassai lo sguardo con disinvoltura e sbirciai il titolo e lo recitai per intero- Le armi che possediamo, o pensiamo di possedere, per vivere nella società moderna colma di social network; il mio intervento l'hanno chiamato L'approvazione come arma migliore. Bene, l'approvazione è l'arma migliore."
Mi guardavano spaventati. Avevo assunto quell'aria solenne, che mi riesce sempre bene, la voce impostata rimastami come reminiscenza del corso di respirazione per il canto e la recitazione- quanti sogni, vado avanti- capii che potevo osare e allora feci finta con un: "Allora?" che la mia fosse una domanda e non una affermazione, come in verità era stato.
Io: "ripeto, così da sperare in una vostra risposta anche perché a me- e partii con tutta la menata dell'interazione che ci deve essere tra il relatore e chi si ha di fronte- l'approvazione è l'arma migliore?"
Poi dicono che i giovani non capiscono nulla, che sono scemi e che subiscono la tecnologia e i social network. Si alza una ragazza con i capelli corti, da un lato e lunghi e colorati, dall'altro e mi chiede la parola. Sorrido, mi si apre il cuore perché spero sia quello il volto che porterò con me come il simbolo della mia salvezza, e con la testa e un gesto lento della mano la invito a parlare.
"Ciao, sono Clarissa e faccio il quinto anno"
Io: "bene Clarissa, qual è la tua risposta?
Clarissa: "bè non è possibile dire vero o falso"
Io: "giusto, magari cerca di argomentare" (io speravo esattamente nel suo argomentare)
Clarissa: "Credo che l'approvazione sia l'arma migliore se si cercano armi di difesa"
Io: con un sorriso smagliante "cioè?" eravamo sulla stessa lunghezza d'onda; Cretino non stava capendo nulla io gli sorrisi e solo così capì che andava tutto bene. Una semplice frase l'aveva mandato nel pallone, figuriamoci il resto.
Clarissa: " se uno vuole lottare, perché la vita è una lotta"
Io: "sì, procedi pure"
I suoi colleghi erano ammutoliti.
Clarissa: "dicevo se uno vuole lott.. vivere, non può nascondersi dietro l'approvazione anche perché questa non sarà mai totale. Ci sarà sempre qualcuno in disaccordo con la maggioranza e le maggioranze a volte non sono così nette. Posso fare un esempio?"
Diventò un po' rossa e si guardò intorno come se solo in quel momento avesse preso coscienza del fatto che davanti a lei c'erano tutti i suoi amici che la guardavano ed erano in religioso silenzio.
Io: "Certo!"
Clarissa: "se io avessi dovuto aspettare l'approvazione non avrei mai deciso di avere questo taglio di capelli"
"ma tu non hai calcolato l'altra parte della domanda dell'esperto"
Arriva questa voce non proprio calda ma tipica degli ormoni in fermento maschili che rendono alcune voci fastidiose; riprede "scusate" mi guarda sorridendo e imbarazzato "sono Giovanni"
Io: "dimmi tutto" mi guardano male, recupero "raccontaci il tuo punto di vista" si girano ancora una volta verso i loro compagni e gli ascoltano.
Cretino sorride, non sta capendo nulla ma visto il silenzio è felice perché non avrà casini. Questo è ciò che conta per lui. Le persone che comunicano tra loro, quello che interessa a me e ai ragazzi.
Giovanni: "cioè volevo dire che quello che ha detto Clarissa è vero se lei ci aveva chiesto"
Io: "avesse"
Giovanni: "vabbè, avesse chiesto" sorride "solo di dire qualcosa sull'approvazione e tu hai detto bene, secondo me" mi guarda e gli sorrido invitandolo a proseguire "fino a che hai parlato di armi di difesa e poi ti sei persa"
Io: "vuoi aiutarci tu a rientrare nel tema?"
Lo stavo provocando e lui, e gli altri, mi seguono.
Giovanni: "allora io voglio dire che il senso della frase è che se ti fai approvare dalle persone poi è come se hai un lasciapassare nella società ma"
Io: "ma"
Giovanni: "ma non è detto che sia vero. aspetta che mi sto incasinando"
Io: "con calma se vuoi puoi riformulare tutto"
Giovanni: "no, no se no me ne dimentico poi del finale. Cioè noi possiamo anzi secondo me dovremmo far credere agli altri di volere l'approvazione e quindi essere approvati per fare quello che ci pare"
Clarissa: "io preferisco giocare a muso duro, a volto scoperto e senza armi di difesa".
Il silenzio e uno scrosciante applauso ci accompagna verso il proseguo di un ampio, caldo e ricchissimo dibattito.

Da Airoldo Fortuna incontra i ragazzi Ed LaBe





"e se quel riferimento alla pagina non ti dice nulla è solo perché hai perso le regole del gioco che trovi qui:http://noetichette.blogspot.com/2011/06/il-gioco-delle-parole.html BUON VIAGGIO!"monica

Mia