sabato 11 febbraio 2012

Neve


Leggera
Lenta
Fredda

Leggera
Lenta
Fredda

Leggera
Lenta
Fredda


E il mio corpo

Leggera
Lenta
Fredda

danzava senza che io lo muovessi e la mia voce

Leggera
Lenta
Fredda

produceva un canto che cullava l'Anima.
Non riesco a riportarlo alla coscienza. Lo ricordo come un volteggiare su una scala a chiocciola. Ovattato. Ecco fermati sulla "O" chiusa. La mia bocca avvolgeva quella "o" per le scale. Tre gradini.

Leggera
Lenta
Fredda

Ero neve.
Una danza. Lenta.

E scorrevo e mi espandevo e rientravo in una sorgente poi ero ruscello e poi scorrevo come cascata.

Ero acqua.
Una gioia muoversi e rumoreggiare.

Ero un grappolo di fiocchi di neve. Ho iniziato a cambiar forma. Sono diventata acqua. Ho vissuto la necessità di legarmi ad altre gocce per poi ripartire libera per il mio ruscello.






venerdì 10 febbraio 2012

L'egoismo dell' "amore"




Scappata la scorsa notte.
è scappata la scorsa notte.
Aveva un vestitino nocciola, i boccoli lunghi e una nuvola tra i capelli, dorata,
e una bimba che volava sulla sua testa con un aquilone.
Era felice, aveva un sorriso enorme.
Lasciatela andare, lasciatela libera, lasciatela vivere.
L'ho ripetuto più e più volte perché sapevo che era questo ciò che voleva.



Ne ero sicura.
Mai stata più sicura.
Mai stata
sicura.



Mi sono venuti a cercare.
Qualcuno -dicono l'amore- mi ha fatto cercare.

Uno specchio scuro non mi permetteva di vedere il mio corpo riflesso.
Non mi guardavo ad uno specchio da mesi
legata, avevo ferite ovunque e non riuscivo a dir nulla
mi hanno tenuta lì immobile e colpevole per aver cercato la libertà
Ero felice.

domenica 5 febbraio 2012

Ponte


"Mi aveva convinta del fatto che lui era il mio ponte.
Chi è un ponte?! è una di quelle persone importanti "solo" perché, senza saperlo, prendono le tue mani e ti accompagnano dall'altra parte e magari poi spariscono o le percepisci lontane e comunque le sue mani non accarezzeranno più le tue.
Un ponte.
Sarebbe dovuto essere un ponte, lui
Lui il mio ponte
Lei lo è stato ma avendo sbagliato le valutazioni sono qui sola a raccontarmi di aver sbagliato, di aver sbagliato tutto perché ho fatto l'ennesimo errore; per l'ennesima volta lo stesso medesimo errore: vivere nella vita immaginaria e non concreta, seguendo il dondolarsi degli affetti intorno non possedendone di veri ma creati secondo immaginazione.
Riscrivo il copione
Lascio pagine bianche che si coloreranno con il tempo senza che nulla potrà attraversare il mio animo squarciandolo ma cambiandolo perché la vita è esperienza e non per forza dolore."
da "Il mio errore" Nunzia Barrai

giovedì 2 febbraio 2012

Per qualche ora


per qualche ora sono nata ancora e sono nata come Antonietta Portulano.
La donna, sposa di Luigi Pirandello, ha vissuto con la responsabilità della morte.
La responsabilità della morte della donna che le dava vita, sua madre, potrebbe essere stato il motivo che le ha ucciso parte della vita. Vita quasi interamente trascorsa in manicomio.
Una vena rotta durante il parto, un urlo di vita coincidente ad un urlo di morte che porta con se uno strazio talmente forte da ammutolire il tutto.
Una gelosia che governa la salute stessa, la vita stessa. La gelosia nel non poter dare la vita potendola togliere, decidere.
Quel corpicino piccolo resta immobile e in linea con la morte senza ricevere attenzioni e protezione. Non solo il calore necessario del quale si ha bisogno una volta usciti da casa, non affetto ma rassicurazione.
In linea stretta e diretta con la morte.
Questo
Dalla morte nasce la vita
La rinascita
Un inizio passando da una fine
Un'emozione, forte.
Una ninna nanna a cullare l'Anima, il giorno dopo.