lunedì 6 giugno 2011

Il gioco delle parole

Come si sceglie un argomento?
Mi sono interrogata in queste ore e alla fine ho preso una
non-decisione (esattamente come il "non-compleanno" a me tanto caro)
Farò scegliere alla casualità gli argomenti!
Mi avvalgo dell'aiuto di un piccolo libro: "Tutti i racconti" F. Kafka

Pagina 22.
La prima parola? La metamorfosi
La prima parola che mi appare è metamorfosi.
Metamorfosi allora. Cavoli, poteva andarmi meglio!
E' vero, potevo avvalermi di un supporto diverso e invece, avendo scelto Kafka, sono rischi che si corrono... anche se continuo a ripeterla, all'infinito, non cambia.

Mi fermo, riparto e questa volta senza esitazioni.

Metamorfosi.
Trasformazione, sì la metamorfosi è la trasformazione. Può essere un desiderio, una meta, un viaggio, un impegno.
La metamorfosi comporta che ci sia qualcosa di assolutamente formato.
Un colore, una consistenza, un profumo, una forma insomma deve essere qualcosa o qualcuno altrimenti da dove partiamo?

Quante volte ci siamo detti, o ci siam sentiti dire, che l'importante è essere e non apparire?
Quante invece ci siamo resi conto essere una coperta comodissima?
Se ci fermiamo al nostro primo strato, senza scavare oltre, non rischiamo di sentire freddo.

Metamorfosi però mi fa pensare a qualcosa di definitivo, è qualcosa di definitivo e il definitivo, non incasella?
Ma è una decisione, penso. Una decisione mia in relazione a quello che ho visto di me, io in relazione a me e io riesco a vedermi, davvero, solo se mi relaziono agli altri.
La società è il nostro specchio, diceva qualcuno, sottolineando che la solitudine non aiuta la comprensione personale da non confondere con il "devi stare sempre tra la gente perché fa bene".
No, no! Qualche momento per me, solo per me, me lo concedo volentieri.

4 commenti:

  1. Bello il tuo "gioco delle parole", assolutamente affascinante. A me piace smembrarle le parole, andare alla loro origine, insomma recuperarle e fissarle nel momento prima della loro inevitabile e piu' o meno marcata metamorfosi, appunto.
    Qui metamòrfoṡi s. f. [dal gr. μεταμόρϕωσις, der. di μεταμορϕόω «trasformare», comp. di μετα- «meta-» e μορϕή «forma»] - attingo dal dizionario.
    Ecco, quindi, trasformazione, come nuovo inizio, con la consapevolezza di cio' che c'era e la grande emozione di costruire cio' che ci sara'. Tutto con assoluta consapevolezza di se' e la capacita' meravigliosa di mettersi in gioco.

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  2. abelha, permettimi di dirti che la tua frase, l'ultima, è un inno alla gioia!
    Grazie

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  3. Hm.. Mi vengono in mente due cose. Una bella perche' e' bella e piace, l'altra brutta perche' e' brutta e non piace. Non CI piace.

    Il baco, diventa (eventualmente) una farfalla. Impiega 10-12 giorni (da quando si ferma e si appende alla pianta) a divenire farfalla. Cambia ancora. Ma e' una meta'. Uno stato mezzanino di un cambiamento appunto, morfologico. Cambia ancora e diventa finalmente piacevole alla vista deliziando chiunque nel suo svolazzamento per circa due settimane prima di crepare e tornare al suolo attraverso laboriose formiche o simili.

    Quindi qui direi che mi sento di dissentire. Dici che requisito alla metamorfosi e' uno solid-state (di qualunque genere) dal quale partire. Un elemento essenziale. Ora, a contrario, quali sono gli esempi di uno stato non-definitivo in natura o nella psiche?

    E quindi sulla tua percezione di incasellamento se pensi a metamorfosi: Siamo in divenire, no? Se ti senti incasellata vuol dire che quel momentaneo meta-morfosare della tua persona e' piu' lungo di altri. Punto.

    La seconda. Saramago, in "Cecita' ". Per quanto brutale come libro e lontano da ogni realta', tutti gli esseri umani di una citta', forse di un continente intero, perdono la vista. Rimangono tutti uomini, tutti donne, crescono biologicamente, qualcuno muore perche' si perde, cade in un fossato, rimane senza cibo o litiga mortalmente con un altro cieco per un rubinetto dal quale lavarsi per togliersi le feci in cui sistematicamente cade. Qui, le stesse persone hanno una metamorfosi enorme, drastica? E' la condizione che ti cambia? Sta di fatto che anche i buoni, presi dallo sconforto, in parte vanno fuori di testa. Cos'hanno perso? Come non hanno saputo fare i conti con una metamorfosi cosi' grande come la condizione di cecita' uccidendosi? La solitudine della cecita' ha messo tutti nelle condizioni di ragionare di piu', per colmare il senso della vista, venuto brutalmente meno. Hanno visto se stessi attraverso un misto violento di solitudine e aggregazione? Sento che manca qualcosa a questo tuo discorso e sicuramente anche al mio. Mi aiuti?

    (scusa ma non ho riletto quanto ho scritto, perdona incongruenze)

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  4. Caro Ric,
    in primis vorrei dirti che il "no alle etichette" -in senso lato ovvio, o no?- significa esattamente provare a ragionare su qualsiasi argomento CI passa davanti con libertà assoluta e quella la decidi tu in base a te.

    la metamorfosi del baco parte dall'essere baco ma se tu non sai che colori possiede la tua essenza, che caratteristiche profonde hai, da dove parti? cosa è la mancanza, l'assenza per te se non sai come ami? semplifico, ovvio, ma lo faccio perché ho paura di essere ancor meno chiara.
    questi discorsi sono così incasinati, ma li adoro e quindi GRAZIE.
    quel crepare da essere meraviglioso è bellissimo. la miglior vecchiaia, dicono e io condivido e se faccio un passo in dietro mi rendo conto che essere vecchi, prima, era un'aspirazione e per fortuna in alcune cultura esiste ancora.

    l'esperienza!

    metamorfosi è trasformazione. il divenire è il percorso per arrivare alla trasformazione perché questa è definitiva.
    può la stessa farfalla ritornare ad essere baco?

    se lo pensiamo rispetto a scelte radicali, e non posso non pensare al tragico percorso che bisogna fare per cambiare sesso, una volta avvenuta la metamorfosi non c'è ritorno. hai occupato un'altra, definita, casella!

    Saramago, "Cecità". non ho ancora avuto il coraggio di leggerlo. è nella pila dei libri cari e da leggere ma per un motivo o per per un altro passo sempre oltre ma toccherà fermarsi prima o poi.

    "anche i buoni vanno fuori di testa" scrivi. allora sposi la mia "teoria".
    se incaselli te stesso o gli altri è un macello.
    tutti siamo tutto.
    la cecità è in relazione ai corpi ma permette di non essere distratti dal corpo. o no?

    manca moltissimo anche qui, spero tu possa aiutarmi ulteriormente o altri che passano di qui.

    ancora buon viaggio Amico Ric!

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