domenica 12 giugno 2011

L' esploratore


Pagina 280

e come i cari e più famosi "Poeti Estinti" anche noi eravamo lì, nella nostra grotta, tutti i martedì sera alle nove. Raccontavamo storie. Ognuno aveva la possibilità di esplorare se stesso, raccontando e gli altri, ascoltando.
Un rito preparava l'inizio del viaggio: un candela, bianca, scatoletta di cerini, foglie di menta, bucce d'arancia e la sua voce che leggeva, con tono formale, data e ora poi, poi ci alzavamo, uno alla volta, e ci identificavamo dando il nostro nome seguito dal nome dell'albero che avevamo deciso ci rappresentava meglio o semplicemente ci piaceva perché Giorgio, che era un allegrone, aveva scelto, senza ironia, il salice piangente e così avevamo aggiunto anche l'opzione "mi piace".
Devo ammettere che ci eravamo legati molto all'idea dell'albero associato alla vita. Non scoprivamo nulla ma da adolescenti, quali eravamo, tutto era nuovo e i pensieri, le analisi, le associazioni ci piaceva credere di averle inventate o quanto meno valorizzate e quindi eravamo convinti di avergli dato nuova luce perché noi, degli alberi, toccavamo le radici e raccontavamo l'appartenenza.
Esplorazione continua.
Quei racconti ci sono ancora, li custodisco gelosamente, noi no.
E chissà se un giorno un vecchio esploratore non sarà ospite della nostra grotta a raccogliere candele, foglie di menta essiccate, bucce d'arancia, fiammiferi e sarà in grado di ricostruire i nostri incontri, un martedì alle nove.

Un lavoro che affascina spesso i bambini, e non solo, perché per "dovere" l'esploratore guarda, cerca, osserva e può essere curioso senza dover dare troppe spiegazioni.






"e se quel riferimento alla pagina non ti dice nulla è solo perché hai perso le regole del gioco che trovi qui:http://noetichette.blogspot.com/2011/06/il-gioco-delle-parole.html BUON VIAGGIO!"monica

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