martedì 8 ottobre 2013

Raccontare l'Arte: Roberto Latini

Una scelta, consapevole e forte, mi porta verso la decisione di incontrare Roberto Latini.
Molto più che in altri momenti già trascorsi, sembra difficile contenere questo nome all'interno dell'etichetta di Attore. La paura è di far perdere le sue sfumature essenziali, difetto profondo, contenuto dell' etichetta stessa, modus operandi diffuso incautamente.


Roberto Latini porta nei teatri italiani, tra gli altri, "Noosfera Museum" che ho avuto modo di vedere durante la diciassettesiama edizione del Festival Castel Dei Mondi. "Noosfera" è un programma e "Noosfera Museum" è quella che egli stesso definisce "il terzo movimento"; "Museum immagina un approdo possibile all'isola di una scena in cui sono trascorsi già tutti i giorni felici". Per Roberto Latini andare in scena è una duplice perdita. è essere sconfitti. è lasciar andare.

Il suo teatro è in potenza. è ciò che accade.

L' hic et nunc della costruzione del silenzio è il filo che anima il testo nella scelta di parole ripetute e cadenzate. Rivolte e riprodotte a creare musica e interrogativi penetranti. Ciò che è in divenire, su travi spolverate da terra che profuma di pioggia, non è una rappresentazione ma un invito a prendersi; uno scambio che ha i tratti forti della necessità.

"In silenzio e in coro" , questo è. Qualità al tacere, quindi. Al tacere carico di respiri che fluttuano e si scambiano. Un legame che si costruisce con unicità tra un uomo, Roberto Latini, in grado di imperare poeticamente la scena, e coloro i quali hanno accettato d'esser "presi". I respiri fluttuano e le Anime sono tutte su quelle travi intrise di terra che sa di radici, che sa di appartenenza.  

Non sarebbe sufficiente questo per eliminare la distanza, che alcuni teatranti macchinosamente preparano, tra attore e spettatori? Credo che una chiave, di lettura, potrei prenderla a prestito tra quelle presenti sulla scena che scandiscono il tintinnio dell' esigenza del fare, del dover fare: l'assenza nella capacità di giocare. è possibile farlo quando si ha consapevolezza. La consapevolezza fa da fondamenta alle regole, importanti e indispensabili per Roberto, che il gioco possiede per esser definito tale e che lo rendono, come diceva a ragione Winnicott, "una cosa seria".

Gioca e sente forte il peso della responsabilità della proposta che si contrappone, per valenza, alla rappresentazione che per lui, percepisco essere, non fondamentale.

Sembra quasi un ossimoro ma trattando di un poeta che dipinge, attraverso se stesso, quadri in viaggio, non ho timore ad affermare che Roberto non produce Arte per mostrare se stesso. Il suo teatro non lo rappresenta, non è il suo fine; lui ci concede la sua ispirazione.


Roberto agisce sulle travi, tanto quanto sulla scena teatrale, con libertà politica, purezza emotiva e produttiva e prova concreta ne è il suo Fortebraccio Teatro.


...e se andare in scena significa, anche, "lasciar andare", aspetto con fermento e necessità emotiva di essere presto invitata ad un nuovo incontro che -con cura, attenzione, dedizione, professionalità assoluta -propone, nella meta dell'infinito, il percorso del viversi nell'agire la vita.

#domaniandriese domaniandriese.it  #festivalcasteldeimondi2013


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