domenica 26 agosto 2012

Le pagine del diario

"Apostroferei questo momento in mille modi diversi eppure adesso non me ne viene in mente nessuno." Si aggirava nervosa e silenziosa. Aveva un nodo in gola continuo. Piangeva, sì mentre tutto intorno continuava inesorabile, lei piangeva. Grandi occhiali che nascondono uno sguardo che guarda verso un infinito finito tra le sue mani ancor prima che potesse viverselo.
Provai a dirle che l'importanza di un'esperienza nella vita la denotano il numero di pagine del proprio diario.
E poi se ti dicessi: "sintetizza" quanto posto occuperebbe? Non valgono gli aggettivi che racchiudono ma i racconti che descrivono. Allora? Provai ad esortarla, utilizzai un tono forte. Attesi nel suo silenzio e poi mi rispose che non ne era valsa la pena e che forse quelle erano lacrime di gioia per le emozioni che sarebbero venute; per il futuro. L'abbracciai. Sapevo che in quel momento aveva bisogno di raccontarsi quello ma nei suoi occhi scorrevano le immagini dei ricordi. Si appellava a quella teoria per la quale se sei felice non hai il modo o il tempo di scrivere. La mia teoria era pronta a cadere ma non in quel momento. Sfruttai l'indolenzimento del suo dolore. Mi credette o finse di credermi. Mi guardò sorridente; sapeva che sarebbe ripartita da lì ricordando a se stessa che non si era mai del tutto fermata.
da Racconti in bianco e nero Airoldo Fortuna

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