lunedì 7 novembre 2011

"Il corpo racconta. Racconti di segni indelebili"


Introduzione
a cura di Airoldo Fortuna

Non vorrei essere banale ma a volte pare che la semplicità venga tacciata, appunto, di banalità.
Qualche tempo fa mi sono trovato ad osservare una piccola cicatrice sul mio ginocchio destro, dopo una partita di calcetto con gli amici. Mi sono zittito un attimo; per la gioia di Roberto che aveva sbagliato un goal-cavolo, non si poteva sbagliare quel goal-a porta vuota e gliene avrei dette di ogni colore, si è aperto quel cassetto nella memoria e non ho potuto far a meno di pensare a quanto ogni segno sul nostro corpo sia indelebile. Apre ricordi.
Ho ascoltato molte cicatrici: sul mio corpo, su quello dei miei amici. Rimandi all'allegria, ai pasticci, alle corse o alle fughe, agli adii.
Qualcuno parla di graffi all'Anima che a volte si materializzano proprio sul nostro corpo. buon ascolto.



1 commento:

  1. si ci sono eventi esterni che graffiano il corpo e il corpo porta l'anima e se guardi le cicatrici guardi la storia della tua vita. parti, solo parti, perché la maggior parte delle cicatrici sono interne. E, tengo a precisare, anche cicatrici come quella sul mio ginocchio - tre sciocchi punti sulla rotula per una volata in bici in una gara di condominio - sono ricordi tuttosommato piacevoli. Mappature.

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